Ipotiroidismo nel cane: la più comune patologia della tiroide nei cani. È classificato sulla base della localizzazione in primario (anomalia a livello tiroideo), secondario (anomalia ipofisaria) o terziario (anomalia ipotalamica); l’ipotiroidismo può inoltre essere distinto in congenito e acquisito, a seconda della patogenesi (Scott-Moncrieff 2015, Mooney 2017).
L’ipotiroidismo primario acquisito rappresenta più del 95% dei casi e si riconoscono due diverse forme istologiche: la tiroidite linfocitica e l’atrofia idiopatica.
Forme rare di ipotiroidismo sono quelle secondarie alla distruzione neoplastica della tiroide, alla carenza o all’eccesso di iodio, all’assunzione di farmaci o sostanze goitrogene.
L’ipotiroidismo congenito è una condizione particolarmente rara che spesso causa morte fetale o peri-parto nei cuccioli; le cause includono alterazioni a carico degli enzimi tiroidei, normalmente responsabili della produzione degli ormoni tiroidei, o l’incapacità di produrre TSH da parte dell’ipofisi (Scott-Moncrieff 2015).
L’ipotiroidismo è una patologia che colpisce soprattutto i cani adulti-anziani; fra le razze predisposte vi sono i Dobermann e i Golden Retriever. È stata evidenziata la predisposizione di alcune razze a sviluppare tiroiditi linfocitiche (es. Setter inglese, Bobtail, Boxer, Schnauzer gigante). Il sesso e l’essere castrati/sterilizzati non rappresentano fattori di rischio allo sviluppo della malattia (Scott-Moncrieff 2015).
I segni clinici sono spesso variabili ed il loro sviluppo è subdolo e graduale. In generale, essi sono la manifestazione di una generale riduzione dei processi metabolici dell’organismo e includono letargia, intolleranza all’esercizio e al freddo, tendenza ad aumentare di peso, non corrisposta da un concomitante aumento dell’appetito, e ottundimento.
Le alterazioni a carico della cute colpiscono circa il 60-80% dei cani ipotiroidei e sono l’anomalia più comune. Nei casi di grave ipotiroidismo, glicosaminoglicani e acido ialuronico possono accumularsi nella cute, richiamare acqua e determinare ispessimento ed edema cutanei; tali alterazioni sono note con il termine di mixedema o mucinosi cutanea.
Gli ormoni tiroidei hanno inoltre un ruolo importante nel mantenimento di una adeguata risposta immunitaria.
Sia il sistema nervoso periferico che quello centrale possono presentare alterazioni in corso di ipotiroidismo. Le disfunzioni neurologiche possono essere multifocali, acute o croniche, ad andamento progressivo o meno. Le alterazioni riportate includono neuropatia periferica diffusa, disfunzioni dei nervi cranici singole o multifocali. I segni clinici neurologici di neuropatia periferica si risolvono con la supplementazione di T4.
Segni clinici di coinvolgimento del sistema nervoso centrale quali crisi convulsive, disorientamento e circling, sono stati riportati più raramente. Le cause includono aterosclerosi, iperlipidemia, encefalopatia vascolare e alterazione metabolica neuronale.
Segni neurologici rari includono la paralisi laringea, il megaesofago e, ancor più raramente, miasthenia gravis (Dewey et al 1997).
Sono stati inoltre riportati nei cani ipotiroidei bradicardia, alterazioni oculari (depositi lipidici intracorneali, cheratocongiuntivite secca), segni gastroenterici (costipazione e megaesofago), coagulopatie, miopatie, alterazioni del comportamento, mixedema coma e anomalie riproduttive (Scott-Moncrieff 2015).
Patologia clinica
Il 30% dei cani ipotiroidei mostra una lieve anemia, normocitica, normocromica, non rigenerativa. Le anomalie più comuni si riscontrano agli esami ematobiochimici; il 75% dei cani ipotiroidei presenta infatti ipercolesterolemia a digiuno, l’ipertrigliceridemia è ugualmente molto frequente. Cani con ipotiroidismo possono inoltre mostrare un lieve aumento degli enzimi epatici e delle fruttosamine (Scott-Moncrieff 2015, Mooney 2017).
Ecografia
La tiroide puo essere identifica per via ecografica e le sue dimensioni, forma ed ecogenicità possono essere quantificate e misurate. Nei cani con ipotiroidismo in particolare, le ghiandole appaiono ipoecogene rispetto ai tessuti muscolari circostanti, presentano una forma rotonda o ovale in sezione trasversale, e volume e dimensioni ridotti. (Scott-Moncrieff 2015, Reese et al 2005).
Scintigrafia
La scintigrafia della tiroide è utile per valutare le dimensioni, la forma e la localizzazione del tessuto tiroideo; la scintigrafia è considerata uno dei gold-standard per differenziare un cane eutiroideo da uno ipotiroideo. Nei cani ipotiroidei la ghiandola appare di dimensioni ridotte, con un ridotto accumulo di radioisotopi. La presenza di tiroiditi linfocitiche attive o la concomitante somministrazione di farmaci può influenzare tuttavia i risultati (Scott-Moncrieff 2015).
Test specifici per la funzionalità tiroidea.
I test per valutare la funzionalità tiroidea comprendono la misurazione degli ormoni tiroidei basali e test di stimolazione che valutano la funzionalità residua della ghiandola tiroidea.
Gli ormoni basali includono il T4, il freeT4 (fT4), il T3, il freeT3 (fT3), il reverseT3 (rT3) e la misurazione del TSH endogeno. Gli ormoni tiroidei circolano legati alle proteine plasmatiche e solo la porzione libera da questo legame (fT4 e fT3) è quella effettivamente responsabile dell’effetto biologico e del feedback sulla secrezione del TSH. La porzione legata alle proteine plasmatiche svolge un ruolo di reservoir. Il T4 quantifica sia la porzione legata alle proteine che la porzione libera, mentre il fT4 quantifica solo la porzione libera. Il T4 viene prodotto interamente dalla tiroide mentre il T3 deriva dalla deiodinizzazione del T4 nei tessuti extratiroidei; si ritiene inoltre che la maggior parte del T3 sia localizzata all’interno delle cellule. Per queste ragioni, il T4 viene considerato un miglior indicatore della funzionalità della ghiandola tiroide (Scott-Moncrieff 2015).
T4
Il T4 è un ormone relativamente stabile.
La presenza di anticorpi anti-ormoni tiroidei può alterare i risultati del T4, causandone, nella maggior parte dei casi, un falso aumento.
Il T4 rappresenta un test di screening per l’ipotiroidismo. La presenza di un T4 normale, rende infatti poco probabile la presenza di ipotiroidismo. Il riscontro tuttavia di valori di T4 ridotti, non consente di emettere una diagnosi di ipotiroidismo certa.
Esistono variazioni di razza del T4; in particolare i levrieri tendono ad avere livelli di T4 più ridotti (Scott-Moncrieff 2015).
T3
La misurazione del T3 trova ad oggi scarso utilizzo se non nei Greyhound, razza che come detto presenta valori di T4 ridotti (Mooney 2017).
fT4
La quantificazione del freeT4, consente di valutare in modo più specifico, la componente biologicamente attiva dell’ormone. La misurazione del fT4 è meno inficiata dall’effetto soppressivo delle malattie non-tiroidee; gravi malattie sistemiche possono comunque indurre una riduzione dei livelli di fT4. La tecnica in equilibrio dialitico è considerata il gold-standard per la misurazione del fT4. Nei Greyhound, il fT4 è ancora una volta più basso rispetto a cani di altre razze (Scott-Moncrieff 2015).
TSH
La misurazione del TSH, che dovrebbe risultare elevata secondariamente alla riduzione degli ormoni tiroidei, possiede tuttavia una sensibilità solo del 58-87%. Se eseguito come unico test, il TSH ha inoltre una scarsa specificità per la diagnosi di ipotiroidismo. (Scott-Moncrieff 2015, Mooney 2017).
Test di stimolazione con TSH
Questo test consente di indagare la funzionalità residua della tiroide ed è quindi in grado di distinguere i cani ipotiroidei da quelli eutiroidei affetti da patologie concomitanti non tiroidee.
Il protocollo per l’esecuzione del test prevede l’esecuzione di un prelievo di sangue prima e dopo la somministrazione endovenosa di TSH (Boretti et al 2006). Il principale ostacolo all’esecuzione del test è però rappresentato dal costo della molecola.
E’ possibile emettere una diagnosi di ipotiroidismo nel cane se i valori di T4 pre- e post- stimolazione permangono inadeguatamente bassi (Scott-Moncrieff 2015).
La diagnosi di ipotiroidismo nel cane deve tenere conto di alcuni elementi che possono influenzare l’interpretazione dei test come l’età, la razza, le dimensioni corporee, le fluttuazioni ormonali giornaliere, lo stato di allenamento fisico, il sesso, lo stato riproduttivo, la presenza di malattie concomitanti e la somministrazione di farmaci, come ad esempio i glucocorticoidi o anticonvulsivanti.